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Nel 2025 potremmo dire addio al PUN. L’analisi del RSE.

Con il decreto legge n. 181 del 9 dicembre 2023, al comma 4 ter, il Ministero dell’Ambiente della Sicurezza Energetica, stabilisce le condizioni e i criteri per l’applicazione ai clienti finali di prezzi zonali definiti in base agli andamenti del mercato all’ingrosso dell’energia elettrica.

Il Prezzo Unico Nazionale (PUN) è stato implementato sin dall’avvio del Mercato Elettrico Italiano (2004) con l’obiettivo di mitigare le disparità di prezzo tra i consumatori, causate principalmente dalla distribuzione non uniforme degli impianti di generazione energetica e dall’efficienza variabile tra le diverse regioni della penisola. 

Sebbene nel corso degli anni le disparità di prezzo tra le zone siano mutate, esse persistono, giustificando la continuazione del PUN. 

Ad oggi l’Italia è l’unico paese in Europa ad adottare un sistema di prezzo unico di acquisto, tuttavia, in linea con l’obiettivo di una maggiore integrazione dei mercati energetici europei, la Commissione Europea ha sollecitato l’Italia a riformare il design del suo mercato elettrico, orientandosi verso un sistema di mercato zonale entro il 2025.

E’ così che con il decreto legge n. 181 del 9 dicembre 2023 si avvia il processo che dovrebbe portare nel 2025 l’utilizzo di prezzo zonali di riferimento. Adesso la passerà a l’ARERA, la quale dovrà definire un meccanismo transitorio di perequazione tra i clienti finali.

L’analisi del RSE

In questo contesto il MASE richiedeva di condurre un’attività di ricerca per valutare al meglio l’impatto di un possibile superamento del PUN sul mercato elettrico del giorno prima, incarico affidato al RSE – Ricerca Sviluppo Energetico – società del Gruppo GSE.

L’analisi storica è stata sviluppata a partire dalle offerte pubbliche del mercato MGP che contengono informazioni relativamente alle quantità e ai prezzi offerti e accettati. Inizialmente sono state analizzate tali offerte nel periodo 2013-2022.

Storicamente, la zona che ha visto prezzi più alti rispetto al resto del sistema è stata la Sicilia, a causa dell’insufficiente capacità di interconnessione con il resto del paese.

Per comprendere meglio l’impatto che il PUN ha avuto sui consumatori italiani, è stata sviluppata una metodologia per confrontare i risultati del mercato italiano con Prezzo Unico Nazionale e un teorico mercato italiano puramente zonale.

In una prima analisi i risultati hanno mostrato come i consumatori in Sicilia e in Calabria sarebbero stati penalizzati in presenza di un mercato puramente zonale, mentre i consumatori delle altre zone ne avrebbero tratto giovamento. I prezzi simulati con PUN o in sua assenza sono stati poi applicati a delle curve di consumo caratteristiche di diverse tipologie di utenza per valorizzare le differenze zonali. A seconda della tipologia di utenza, acquistare a prezzi zonali avrebbe comportato un costo aggiuntivo per i consumatori della Sicilia fino al 27,2% ed una riduzione dei costi per gli utenti del Sud fino al 5,3%. 

La successiva analisi è stata focalizzata sul valutare i risultati anche in termini di impatto sui mercati dell’energia elettrica della modifica del mix di generazione per effetto della crescita della generazione da fonti rinnovabili agli anni target 2025 e 2030.

I risultati ottenuti hanno evidenziato che l’alta penetrazione di rinnovabili ha un forte effetto sui delta prezzo tra le zone italiane favorendo, in termini di prezzo, le zone con la più alta produzione di solare ed eolico. Le zone, infatti, con prezzi più alti risultano, negli scenari sviluppati, quelle nella parte Nord dell’Italia, meno interessate dalla produzione rinnovabile. Inoltre, i risultati mostrano come diversi livelli di import possano impattare sugli esiti del mercato nazionale.

In conclusione

Confrontando analisi storiche e risultati delle simulazioni, mentre si evince che nel passato la Sicilia ha registrato prezzi zonali maggiori rispetto alle altre zone e pertanto i consumatori lì localizzati hanno percepito un beneficio dalla presenza del PUN, dall’analisi di scenario risulta che in futuro la zona di mercato Sicilia dovrebbe essere una delle zone con prezzo zonale più basso grazie alla forte penetrazione di generazione da fonti rinnovabili, allo sviluppo della rete di trasmissione e a un prezzo del gas superiore a quanto registrato prima del 2021: in questo scenario, quindi, i consumatori siciliani beneficerebbero nel comprare a prezzo zonale, mentre si troverebbero verosimilmente ad acquistare a prezzi maggiori in presenza del PUN. Viceversa, i consumatori della zona Nord nel passato hanno avuto esborsi maggiori in presenza del PUN (rispetto a pagare a prezzi zonali); invece, in futuro beneficerebbero dalla presenza del PUN poiché la zona Nord dovrebbe registrare prezzi più alti rispetto alle altre zone, mentre in un mercato zonale puro si troverebbero ad avere esborsi maggiori rispetto alle altre zone di mercato.

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