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Mercato libero: una scatto analitico a seguito della presentazione della relazione ARERA 2024

Come si è evoluto il mercato libero nel corso del 2023 tra switch, offerte  e volumi di consumo? Abbiamo voluto fare un “selfie” dei numeri presentati dall’Autorità.

In attesa di realizzare e pubblicare il report strategico 2024 “Tutti i numeri” basato sui dati ufficiali dell’Autorità, abbiamo voluto fare un “selfie” su alcuni aspetti che abbiamo ritenuto interessanti ai fini strategici per comprendere come si è mosso il mercato delle utility nel corso del 2023 e di conseguenza dare una chiave di lettura, dandoti l’opportunità di guidare la tua strategia di business con dati di mercato all’avanguardia.

Volumi del mercato

Il primo numero che salta all’occhio è quello del numero complessivo dei punti di prelievo di energia elettrica, i quali aumentano di 81 mila unità, arrivando complessivamente a 37,3 milioni. Discorso diverso per i punti di prelievo di gas, i quali hanno subito una lieve flessione (circa 2,5%) passando dai 22.078 nel 2022 a 21.725, segno anche di una maggiore elettrificazione delle case e delle aziende, i quali tentano di ottimizzare la produzione da fonti rinnovabili.

 

Una conferma in tal senso arriva anche dall’analisi dei volumi di energia elettrica acquistata e consumata, dove:

  • le famiglie hanno acquistato il 4% in meno rispetto al 2022 (56 TWh vs 58,3 TWh);
  • il settore non domestico una riduzione del 4,5% (193,9 vs 185,2 TWh), dati notevolmente diminuiti rispetto ai livelli pre-covid dove nel 2019 si registrano 198 TWh consumati.
71% di famiglie nel mercato libero

Nel 2023, il totale dei punti di prelievo domestici in Italia è stato di 30,2 milioni. Di questi, meno di 8,9 milioni erano ancora serviti dalla maggior tutela, mentre circa 21,4 milioni avevano optato per il mercato libero, rappresentando il 70,7% del totale. Inoltre, guardando ai volumi di energia acquistati, il mercato libero ha coperto il 75,5% del consumo totale delle famiglie italiane.

Questo ulteriore incremento ha permesso di raggiungere e superare la quota del 65% in tutte le regione italiane, dove nel 2022 erano solamente 8 ad essere sopra questo livello. Se alziamo la soglia al 70% risultano solamente 9 le regioni, in aumento rispetto alle sole due regioni del 2022.

La percentuale più alta ce l’ha l’Umbria con il 78,7% dei consumatori domestici che optano per il mercato libero.

Per quanto riguarda il consumo di energia, le famiglie italiane hanno registrato un prelievo medio di 1.869 kWh, con una distinzione significativa tra i residenti, che hanno consumato 2.058 kWh, e i non residenti, con 1.140 kWh, entrambi in calo rispetto all’anno precedente. 

Nel settore del gas  il consumo medio annuo è stato:

  • 576 metri cubi per le famiglie;
  • 9885 per i comdomini
  • settore commerciale 6160 metri cubi.
Attività di switching

Tutto il fermento relativo alla cessazione del mercato tutelato ha portato, inevitabilmente, a far sì che l’attività di switching tra le famiglie italiane aumentasse rispetto al 2022. 

Seppur l’incremento sia stato solamente di un solo punto percentuale, complessivamente il 18,9% dei clienti domestici, pari a circa 5,7 milioni di punti di prelievo, ha cambiato fornitore almeno una volta durante l’anno. Mentre nel settore del gas circa 3 milioni di consumatori domestici (15% del numero complessivo) hanno effettuato un cambio fornitore. 

Negli ultimi anni, come si può vedere nel grafico, l’attività di switching delle famiglie ha mostrato una forte accelerata, rispetto ad un trend più contenuto fino al 2017.

Movimento che non si limita solamente alle famiglie, ma anche verso i clienti non domestici, dove hanno cambiato fornitore:

  • il 23,2% dei clienti allacciati in media tensione;
  • il 25,9% dei clienti in alta o altissima tensione.

Infine, analizzando i dati del primo trimestre del 2024, la dinamicità dei cambi fornitore è aumentata notevolamente con un tasso di switch del 6,6%, il quale se confermato durante l’anno porterebbe a un tasso annuo del 26,3%.

Circa i ¾  dei cambi fornitore sono avvenuti nell’ambito del mercato libero e quindi riguardano clienti che erano usciti precedentemente dal regime di tutela. Anche i rientri in maggior tutela, sono leggermente aumentati rimanendo tuttavia significativamente inferiori al numero delle uscite dalla maggior tutela.

In quest’ultimo frangente i clienti domestici più attivi nel cambio fornitore risultano essere nella fascia di età tra i 18-29 anni, con un tasso di cambio del 16,1% per il settore elettrico e dell’11,1, a seguire dai 30 ai 69 anni mostrano una dinamicità leggermente inferiore, ma comunque significativa, con tassi di cambio che oscillano tra il 15,6% e il 15,9% per l’elettricità e tra il 10,4% e l’11,0% per il gas. In contrasto, i clienti di età superiore ai 70 anni presentano tassi di cambio molto più bassi in entrambi i settori.

Un altro dato curioso riguarda la quota di domestici (circa il 50%) che, uscendo dalla tutela, hanno scelto lo stesso venditore sul mercato libero.

Offerte fisso VS variabile

Nel 2023 mediamente erano 26,4 le offerte disponibili per i clienti domestici di cui 17,7 sottoscrivibili esclusivamente online, rispetto alle 11,7 offerte del 2022.

Nonostante la quota di fornitori che propone almeno un’offerta online sia rimasta stabile (23%), la popolarità delle offerte online tra le famiglie è limitata: solo il 7,2% (erano 9,9% nel 2022). Percentuali ancora inferiori se ci spostiamo nei clienti non domestici, dove la media delle offerte proposte è di 30, di cui 19,8 sono disponibili online, ma solamente il 2,9% ha optato per questa modalità di sottoscrizione.

Spostandosi invece nella tipologia di offerte sottoscritte nel 2023 risulta che più del 60% (66,8%) dei clienti domestici nel mercato libero ha optato per un contratto a prezzo fisso, di contro le offerte variabili hanno fatto registrare un incremento del 10% rispetto al 2022 (33,2% vs 23,3%). 

Per i clienti non domestici, la situazione è inversa: il 68,3% ha preferito i contratti a prezzo variabile, un aumento significativo rispetto al 53,1% del 2022. 

Questo incremento nella sottoscrizione di offerte a prezzo variabile può essere ricondotto, senza dubbio, anche alla diminuzione delle offerte a prezzo fisso sul mercato.

Di seguito una tabella che ripercorre le offerte tra fisso e variabile negli ultimi 4 anni:

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